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Il Rogo Di Berlino (1995)

by Helga Schneider(Favorite Author)
3.78 of 5 Votes: 3
ISBN
8845913473 (ISBN13: 9788845913471)
languge
English
publisher
Adelphi
review 1: Un punto di vista un po' diverso da quello che ci si aspetterebbe in questo periodo in cui le biblioteche e le librerie mettono in bella mostra sugli scaffali qualsiasi cosa ricolleghi alla Giornata della Memoria. Quello, nello specifico, di una tedesca purosangue, di quelle che avrebbe dovuto seguire Hitler fino alla morte, che vive sulla propria pelle un'esperienza orribile: il bombardamento di Berlino da parte delle armate alleate del 1945. Bel tentativo di vedere qualcosa di diverso, il punto di vista dell'altro. Un altro che tende spesso ad essere dimenticato. Perché, lungi dal fare una classifica della sofferenza o uscirmene con l'idea che se la sono anche un po' andata a cercare per aver permesso a un mostro come Hitler di fare il bello e il cattivo tempo (come a d... moreire che io per esempio mi sono cercata 20 anni di Berlusconi anche se non l'ho mai votato in vita mia e non mi rappresenta in nessun modo e che per questo merito di essere presa per il culo da tutto il mondo), penso che ogni individuo che si ritrovi in una situazione tanto drammatica meriti tutta la pietà umana possibile. Tedesco, ebreo o vattelappesca. Peccato che la resa sia ai limiti dell'immondo.Al di là della pochezza della trama, in cui se si vuole leggere solo una pagina su 10 non ci si perde nulla perché è tutto un parlare di evacuazioni intestinali (emozioni zero. Come a dire che il vero tedesco è stoico anche mentre usa Goethe come carta igienica e aspetta tremante in una cantina buia e puzzolente che arrivino i russi a stuprare le loro donne. Mi viene da paragonarlo a una Anne Frank che in una situazione analoga sognava di dare almeno un bacio a un ragazzo prima di morire e mi viene il latte alle ginocchia). L'autrice ricorda e scrive esperienze vissute da bambina molti anni dopo, quando è già adulta e ha una famiglia (ma non aveva detto che dopo l'esperienza avuta con i soldati russi non si sarebbe mai fidata di uomini che non fossero parenti?) e l'impressione è di una freddezza immane. Può forse creare una certa empatia solo perché le tematiche sono forti di loro, altrimenti sarebbe né più che meno come leggere la lista della spesa.L'impressione generale poi è che la protagonista voglia ispirare simpatia in chi legge rendendo assolutamente insopportabili tutti i personaggi che le stanno intorno, ed erigendo se stessa a cherubino del focolare, che non odia nessuno ma altro non fa che incamerare e soffrire perché, povera stella, nessuno la ama. Non la matrigna che la prende in antipatia giusto perchè "due figli per lei sono troppi" e le preferisce un fratellino che è di un'insopportabilità senza pari: ma è proprio Helgala prima a difendere lui e la sua spocchia ad ogni piè sospinto, e quando è arrogante e prepotente quasi lo preferisce perchè lo vede "normale" (Mi sorprende che nessuno in quella cantina in cui si strepitava persino contro un povero neonato spaventato dalle bombe che di sicuro non aveva il controllo della propria paura abbia pensato di buttarlo fuori durante qualche bombardamento, per vedere se avrebbe imparato a tenere chiuso quel forno). Non il padre, che si distacca per non meglio precisate ragioni dai figli al suo ritorno dalla guerra in Russia mentre è tutto zucchero e miele con la giovane moglie fighina, e di certo non la madre che rincontrerà dopo anni e da cui si allontanerà immediatamente perché l'anziana donna si rivelerà una nazista dura e pura, che sotto Hitler ha raggiunto il suo punto più alto e a cui ripensa ancora con nostalgia. A volerle bene solo Opa, il padre della sua matrigna, questa figura filosofica e incoraggiante e amorevole da cui si separerà con qualche lacrimuccia a fine libro, quando nel raggiungere l'Austria per seguire il padre quasi tutti i pensieri di Helga saranno rivolti alla nonna paterna. Dettagli che sia stato Opa a tenerla vicina nei momenti più desolati della sua vita, in quella cantina. Sotto le bombe. Mentre si aspettava solo di morire.E' un libro che mi dà anche l'impressione di essere vigliacco e sotto le righe: la tematica del punto di vista di un tedesco poteva essere buona, ma Helga sembra lasciarsi scivolare addosso tutti gli eventi senza mettere in tavola neppure una mezza idea personale. Un pensiero, un vago parere. Ha scritto il libro molti anni dopo, avrà riflettuto su quanto successo, si sarà fatta un'idea. Avrà analizzato quanto accaduto alla luce del dopo. No, niente. L'Helga adulta fa una dicotomia molto semplice e scorreggiona: da un lato mette i personaggi stronzi che sono simpatizzanti del nazismo, dall'altro quelli buoni che sono o taciti denigratori o aperti oppositori. Lei è nel mezzo con aria inutile. Non sa, non capisce. Meglio andare un'altra volta al secchio in fondo al corridoio per scaghicchiare un altro po'. Di quello che pensi realmente lei di tutta la faccenda non ci è dato modo di sapere; nemmeno un vago e ingenuo ma comprensibile "ero piccola e avevo fame, Hitler mi ha dato da mangiare delle salsicce e per un momento, un solo momento, ho pensato che non fosse tanto male". Non osa per non inimicarsi le simpatie di nessuno, perchè lei deve essere la buona e incompresa ad ogni costo. Pena la morte.Messa così, il libro è solo un elenco di cose che sono accadute, e che riguardano in gran parte la cacca. Una vera occasione sprecata.
review 2: La piccola Helga, in seguito all'abbandono della madre e al nuovo matrimonio del padre, si trova a vivere in una Berlino in rapido disfacimento nel 1945. I suoi problemi di bambina (il rapporto con la matrigna, il fratellino, il nonno acquisito) si mescolano con quelli dei rifugiati di una delle tante cantine in cui ci si rifugiava prima per sfuggire ai colpi dei nemici e poi alla furia dei vincitori. Una prospettiva diversa sulla sofferenza di quegli anni, lasciando intravedere solo in lontananza il dramma dell'Olocausto. less
Reviews (see all)
Anonymous
La Seconde Guerre Mondiale vue par une petite Berlinoise. Touchant.
Amanda
Heartbreaking, Captivating, A book I just could not put down
Matthew
short, touching, fluent, sweet
sabrina
Finiti
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