That Deadman Dance – Kim Scott

Ho scoperto questo romanzo qualche mese fa per puro caso, ascoltando un’intervista a Kim Scott su BBC Radio 4. Autore per me sconosciuto fino a quel momento, come moltissimi altri di questo lontano continente, è stata una piacevole sorpresa scoprire un suo libro attraverso le sue parole e racconti.

That Deadman Dance si potrebbe riassumere come un romanzo di incontro. Ci riporta al periodo coloniale in Western Australia, ai primi contatti tra la popolazione aborigena dei Noongar e le “horizon people”: coloni britannici, avventurieri europei e balenieri americani, che ci vengono descritti come “fantasmi bianchi” intenti a insediarsi in una terra dal fascino primordiale e al contempo sconosciuta e minacciosa.

La storia ruota intorno alla vita di Bobby Wabalanginy, il cui nome, impronunciabile dai coloni, significa “all of us playing together”. Come facilmente intuibile, è un nome pregno di significato, che ci rimanda alle possibilità mancate e fallite di quel periodo storico. Bobby è un ragazzo sveglio, intelligente e curioso; è uno showman innato, narratore di storie, inventore della danza che dà il titolo al romanzo e che mima i rigidi movimenti dei nuovi arrivati. E’ il simbolo dell’incontro tra due culture, quella aborigena e quella importata dai bianchi: impara a leggere e scrivere in inglese, adattandolo al ritmo e alle immagini di una tradizione fortemente mistica e animistica. Ci parla del potere delle storie e di come ci possono trasformare:

You can dive deep into a book and not know just how deep until you return gasping to the surface, and are surprised at yourself, your new and so very sensitive skin.  As if you’re someone else altogether, some new self trying on the words. 

La storia non segue un ordine cronologico lineare, ma viaggiamo liberamente avanti e indietro nel tempo e nelle storie dei diversi personaggi. Questa struttura, così come l’utilizzo della lingua Noongar, conferiscono un ritmo e una musicalità inaspettate alla prosa ed enfatizza il punto di vista e la voce degli Aborigeni.

Le relazioni tra la popolazione autoctona e i coloni vengono ampiamente indagate: troviamo condivisioni e scambi reciproci, amicizia e amore, malintesi, furti, tradimenti, omicidi e perdite. All’interno del romanzo, inoltre, ritroviamo più volte la volontà del popolo Noongar di collaborare con i coloni e adattarsi a stili di vita diversi e nuovi, integrandoli nella loro cultura.

We thought making friends was the best thing, and never knew that when we took your flour and sugar and tea and blankets that we’d lose everything of ours. We learned your words and songs and stories, and never knew you didn’t want to hear ours.

That Deadman Dance, attraverso una scrittura elegante ed estremamente evocativa e simbolica, ci parla di un luogo antico e misterioso che sembra esistere al di fuori del tempo, di un ideale di comunione e collaborazione reciproca e di ciò che sarebbe potuto essere, una speranza tristemente disattesa nell’epilogo finale e nelle pagine di Storia. 

Because you need to be inside the sound and the spirit of it, to live here properly. And how can that be, without we people who have been here for all time?

Titolo: That Deadman Dance
Autore: Kim Scott
Genere: romanzo
Edizioni: Picador, Australia
Anno di pubblicazione: 2010
Pagine: 400
Edizione italiana: non presente

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