Pulcinella e le lumache
14 agosto 2017
Erri De Luca
Da piccolino avevo paura dell’elettricità. A causa di una forte scossa ricevuta, non volevo toccare neanche un interruttore. Mi prendevano in giro e mi vergognai della paura. Per superarla inventai un rimedio buffo: mettevo e toglievo la spina dalla presa elettrica, a ripetizione, fino a esaurimento delle tossine di quel timore.
Altre paure successive ho affrontato allo stesso modo, mettendomi alla verifica sul loro banco di prova.
Il 1900 è stato il secolo più micidiale della storia umana, perciò il più pericoloso. L’antidoto era: non avere paura, conosci i pericoli, impara le difese.
L’odierno ė un tempo opposto, le paure più fantasiose e ingiustificate vengono conservate strette come un bene rifugio. L’informazione suggerisce gli ultimi modelli, li ingrandisce, li offre come prodotti pubblicitari. Paura delle malattie e paura delle medicine, di soffrire in amore, di uno straniero, del clima, del delinquente. L’ordine del giorno è: tremate.
I flussi migratori sono addirittura invasioni, mentre secondo aritmetica non colmano le assenze di cittadini italiani trasferitisi all’estero, pensionati e giovani. Neanche pareggiano il disavanzo.
La criminalità comune è in diminuzione, ma la percezione è opposta e distorta. È un’epoca di spaventapasseri e di passerotti spaventati, affezionati ai loro spaventi. Nessuna evidenza contraria glieli smussa. L’impaurito odierno è cronico.
Vedo un’ombra in casa, mi preoccupo e che faccio? Vado a vedere cos’è. Era una tenda mossa dal vento, fine della preoccupazione. Oggi no: l’ombra resta senza verifica, il timore del fantasma, dell’intruso si conserva intatta.
A Napoli si deride Pulcinella perché spaventato davanti a un cesto di lumache che mettono fuori le corna. Di un pauroso dicono: “Me pare Pulecenella spaventato da ‘e maruzze (lumache)”.
Suscitare paure immaginarie è un’arte moderna. Oggi prosperano i prestigiatori delle paure altrui, capaci di crearle di fronte a una zattera di inermi, seminudi, compresi ragazzini soli e madri con bambini. Fanno spavento, vero? Del resto la paura è gratis.
C’è rimedio? Propongo quello inventato da bambino a proposito dell’elettricità, infilando e togliendo la spina dalla presa di corrente.
Prendete uno straniero povero (quello ricco non vale), fatelo entrare e uscire molte volte, avanti e indietro, dall’uscio di casa. “Prego si accomodi…Prego esca…Prego si accomodi…Prego esca…”
Ripetete l’esercizio per una settimana. L’effetto terapeutico ė garantito.
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Pulcinella and the snails
August 14, 2017
Erri De Luca
As a child, I was afraid of electricity. I once got a pretty bad electric shock, and after that I wouldn’t even touch a light switch. Everyone made fun of me, and I was ashamed of being afraid. To overcome it, I invented a strange sort of cure: I would put the plug in, and pull the plug out of a socket repeatedly, until I was freed of the toxins of that fear.
I have faced other fears in the same manner, challenging myself in their test environment.
The 20th century was the worst century in the history of man, and, therefore, the most dangerous. The antidote was: Fear nothing. Know the dangers. Learn defence.
Modern times are the exact opposite: we hold on to the most fantastic, unjustified fears like we would to a safe haven. The news recommends the latest models, blows them out of proportion, and offers them up as if they were the products of an advertisement. The fear of illnesses and the fear of medicine, the fear of love, the fear of the foreigner, of the climate, of the criminal. On the agenda today: Tremble in fear.
Migratory flow is a supposed outright invasion, and yet, according to maths, it doesn’t cover the absence of Italian citizens who have moved abroad: pensioners, and young people. It doesn’t even balance the difference.
Ordinary crime is decreasing, but what we perceive is quite the opposite, and distorted. It’s an era of scarecrows and scared crows, all fond of being scared. No proof to the contrary can ease them. Fear today is chronic.
I see shadows in the house, I worry, and what do I do? I go to see what it is. It was the curtain moving in the wind, and that’s the end of it. Not today: the shadow remains unverified, the fear of the ghost, of the intruder continues intact.
In Naples, they joke about Pulcinella who is frightened by a basket of snails that are moving their tentacles. If someone’s a scaredy-cat they say: “He’s a Pulcinella, afraid of snails.”
Concocting imaginary fears is a modern art. Today, conjurers prosper on other people’s fears. They are capable of conjuring them up before a raft full of defenceless, semi-naked men, children travelling alone, and mothers with babies. They are frightening, aren’t they? After-all, fear is free?
Is there a cure? I was thinking of the one I invented when I was a child and, afraid of electricity, put the plug in, and pulled the plug out of the socket.
Take a destitute foreigner (rich ones don’t count), have him come in and then go out of your house numerous times, in and out, back and forth. “Please, come in…Leave, please…Please, come in…Leave, please…”
Repeat this drill for a week. The therapeutic effect is guaranteed.
Translation ©Matilda Colarossi
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